Ebraismo in Italia

Sinagoga di Firenze, eretta negli anni 1874–1882

L'ebraismo in Italia è la religione monoteista più antica ad essere praticata. A Roma è documentata una presenza ininterrotta dell'ebraismo fin dai tempi precedenti la comparsa del cristianesimo.

L'espressione ebrei italiani (יהודים איטלקים) o italkim può indicare, in senso lato, tutti quegli ebrei che vivono in Italia o che hanno ascendenze italiane o, in un senso più ristretto, le comunità in cui è in uso il "rito italiano", diversamente dalle comunità in cui sono in uso il rito sefardita o aschenazita.

La comunità ebraica italiana trae le sue origini nel II secolo a.C., quando i primi ebrei arrivarono a Roma grazie agli intensi scambi commerciali nel bacino del Mediterraneo. Già nel I secolo d.C. la comunità ebraica romana era fiorente e stabile tant'è che poté riscattare gli ebrei fatti schiavi durante l'assedio di Gerusalemme del 70.[1] La maggioranza degli ebrei italiani di conseguenza non appartiene a nessuno dei due gruppi rituali maggiori presenti in seno all'ebraismo (quello sefardita-spagnolo e quello askenazita-tedesco),[1] ma sono di rito italiano (Italkim o bene romi) che è, insieme al rito temani (yemenita) uno dei riti ebraici più antichi; già nel Talmud si trovano accenni a usi tipici dei bene romi (figli di Roma).[2] Il rito italiano attuale può essere suddiviso inoltre in due sottocategorie: il rito italiano degli ebrei del centro e del nord Italia, più vicino al rito romano originario e simile — nella maggior parte dei suoi aspetti — al rito askenazita-tedesco, e, invece, il rito romano degli attuali ebrei romani, più simile al rito sefardita a causa delle influenze conseguenti all'immigrazione a Roma degli ebrei sefarditi dopo la cacciata dalla Spagna.

  1. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Cali
  2. ^ Ebrei in Italia, su Mosaico CEM.it

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